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Muore a La Higuera, Bolivia, Ernesto Guevara, guerrigliero comunista che la sinistra di oggi bollerebbe come potenziale "provocatore avventurista".
Ricevo e faccio girare
Per oligarchi si intendono i padroni, i tycoon, gli amministratori delegati e manager di grandi aziende. Si distinguono da altre categorie di super ricchi per il controllo che esercitano sull’economia e per il rapporto privilegiato con le istituzioni statali. Compongono, insomma, l’élite finanziaria e imprenditoriale del capitalismo. Usare il termine per indicare, in tono spregiativo, soltanto i miliardari russi è mistificante. La peculiarità russa, se vogliamo cercarla, consiste nell’anarchia economica e nella rapidità con cui, dopo il crollo dell’Urss, è avvenuta la privatizzazione dell’economia. Che si è tradotta, com’è noto, in un gigantesco furto di risorse e di beni comuni da parte di uomini senza particolari meriti e, spesso, provenienti dall’apparato.
I governi americani ed europei hanno salutato come una vittoria del «mondo libero» la caduta dell’Unione sovietica e sono stati ben contenti di stringere accordi con i nuovi padroni.
In Ucraina le cose sono andate, più o meno, allo stesso modo. Gli oligarchi (circa cento) controllano l’80% delle ricchezze di un paese che, ancora nel 2019, era tra i più arretrati dell’ex Urss. In un report del Parlamento europeo dell’11 febbraio 2021, sono documentati i motivi che rendono difficile, in tempi brevi, l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue. Si parla di illegalità, dell’influenza degli oligarchi sulla politica, di corruzione, di mal funzionamento della giustizia, di mancanza di libertà di stampa, di campagne d’odio e fenomeni d’intolleranza verso femministe, Lgbt, rom. Non siamo proprio davanti a un modello di democrazia, senza nulla togliere naturalmente alla solidarietà nei confronti del popolo ucraino, vittima dell’aggressione della Russia di Putin.
Nell’immaginario collettivo, aerei privati e yachts super lussuosi, ville e residenze esclusive, rappresentano lo status simbol degli oligarchi. Ma riusciamo a vedere solo lo strato superficiale di unimmenso tesoro accumulato e ben nascosto nei paradisi fiscali. La smisurata quantità di denaro posseduta deforma, in molti di loro,la percezione della realtà. Pensano di poter sopravvivere a qualsiasi tracollo finanziario o a qualsiasi guerra. Vivono fuori dal tempo. Alcuni, Elon Musk e Jeff Bezos, investono nella ricerca aereo-spaziale, d’accordo con la Nasa, forse immaginando di costruire rifugi sicuri fuori dal nostro pianeta. Segnando così la distanza abissale che li separa dai comuni mortali. Super uomini che sognano di dominare il mondo dall’alto. A queste stravaganze e abiezioni ci ha portato «il punto di vista» che trasforma ogni cosa in economia e misura il valore delle persone dalla consistenza dei patrimoni.
Il potere degli oligarchi è tanto più forte quanto più deboli sono la democrazia e la politica. Silvio Berlusconi, classificabile a buon diritto nella schiera degli oligarchi, è entrato nell’agone politico in un momento di massima crisi dei partiti, per meglio difendere e allargare il campo dei suoi affari. Sono numerosi gli oligarchi che puntano a governare direttamente i loro paesi. Una volta al potere, si avvalgono della collaborazione, ben remunerata, di ex premier, ex ministri, ex parlamentari, abbassatisi al ruolo di lobbisti, mediatori o faccendieri. Le sanzioni nei confronti degli oligarchi russi incidono poco proprio per le difficoltà di recidere l’enorme grumo di interessi e di relazioni opache che li circonda.
Aiuti militari sempre più consistenti stanno prendendo il sopravvento sulle sanzioni. Siamo ormai dentro la spirale di un conflitto lungo e doloroso. Una guerra che non è «la continuazione della politica con altri mezzi», come sosteneva il generale von Clausewitz. Sottolinea, semmai, le difficoltà della politica, il restringimento degli spazi di democrazia, i pericoli di recrudescenze nazionaliste e reazionarie. Dà fiato alla corsa agli armamenti. Alimenta una visione manichea, del bene contro il male, che non aiuta a comprendere di chi siano le responsabilità dell’emergenza globale in cui viviamo: i cambiamenti climatici, i rischi per la salute pubblica e, ora, la guerra.
Lo scenario dello «scontro di civiltà», delineato da Joe Biden, non promette nulla di buono. Di quale civiltà parliamo? Di quella creata, in trenta anni di egemonia liberista, con lo smantellamento dello Stato sociale, con la riduzione delle tutele sindacali, con il saccheggio dei paesi poveri, con l’acuirsi delle disuguaglianze e delle tensioni geopolitiche? E di quale democrazia parliamo? Di quella dell’assalto a Capitol Hill, con cui si è conclusa la presidenza Trump, che ha messo in evidenza la fragilità e la vulnerabilità delle istituzioni democratiche, anche nei paesi occidentali? E’ tempo di rovesciare il «punto di vista» dominante.
E di trasformare lo scontro di civiltà ideologico, evocato dal presidente americano, in uno scontro di civiltà reale. Un mondo più giusto, in cui non comandino le oligarchie, è possibile. La sinistra ha l’occasione, il dovere innanzitutto, di costruire un movimento largo e unitario che tenga insieme i temi della pace, della salvaguardia dell’eco-sistema, del rafforzamento della sfera dei diritti collettivi e individuali.
La iena
Era arrivato alla pensione lavorando quando aveva potuto, senza una raccomandazione nei tempi difficili del secondo dopoguerra. Nessun problema con la legge, eppure non era ben visto per quel suo sguardo obliquo, indagatore che portava gli altri a distogliere il proprio. Né moglie, né figli e neppure parenti. Un giorno, Io e il nonno lo incontrammo all'Arno, richiamati dall'odore del pesce che stava arrostendo sui ciottoli della riva.
-Che profumino!
-Ce n'è anche per voi, bersagliere!
-Sapete come mi chiamano?
-Tutti in paese lo sanno, probabilmente anche voi sapete come chiamano me. In tempi di guerra abbiamo aiutato combattenti diversi, voi per partito preso, io invece solo perché mi andava di farlo. Quei giovanotti tedeschi si erano persi fra i castagni del Casentino durante una burrasca e sarebbero finiti fucilati dalle pattuglie partigiane che battevano la zona. Gli ho fatto vedere come e dove nascondersi fino al ritorno del bel tempo. Non so se li ho salvati, mi piacerebbe che fosse così perché mi hanno dato l'impressione di essere lì per caso, per volere di altri e non si può morire a vent'anni,per caso. L'ho raccontato a nessuno prima di voi, ma qualcuno doveva saperlo perché queste cose non si portano nella tomba. Noi siamo simili, bersagliere, uomini solitari, non soli, quindi allenati a capirci. Pensi che i genitori che non ho conosciuto hanno voluto chiamarmi Santo. Bello scherzo, no? Ora mi dica se il pesce le piace, ho anche del vino, rosso, che va bene lo stesso.
Fu un bel pomeriggio che ricordo con nostalgia perché non l'avremmo più rivisto. Se ne andò in pieno inverno. Quando il nonno lo seppe si procurò i dati all'Anagrafe, pagò la sepoltura e la lapide con le sue generalità, quelle vere che pochi conoscevano.
Da allora non c'è stata più nessuna iena in paese.
https://www.operaicontro.it/2022/08/24/la-pelle-degli-operai-e-rimasta-fuori-dai-programmi-elettorali/
Manfrine
Chissà quante volte, durante un incontro casuale, siete stati testimoni di reciproche confidenze del tipo "come va, non ci vediamo da anni, ti trovo cambiato" e magari avete risposto "si tira avanti, salute permettendo". Lamentele mai, per non generare gossip che in casi del genere sovente troneggia. Male, molto male! La risposta opportuna sarebbe: "Si invecchia, caro amico, a differenza degli animali siamo dei mutanti e gli imbellettamenti inutili perché evidenziano ancora di più ciò che si vorrebbe nascondere. Vale per tutti, quindi anche per te, spero solo che l'andazzo non sia in peggio anche se, sinceramente, di questi tempi, ci credo poco".
Mi direte, ma con una risposta del genere è garantito che l'amico non si farà più vedere. Bene, non avete perso nulla, e se fosse il caso, amico non lo è più e probabilmente non lo è mai stato. Avete solo ufficializzato i tempi di disdetta assicurandovi per un po' di tempo una frenetica,fantasiosa, viscerale cicalata.
Eh sì! Mala tempora currunt, anzi schizzano più dei ghepardi.
Sugli scaffali dei supermercati ( e non solo) il prezzo non cambia, così come nello scontrino di acquisto. Cambia però la quantità di prodotto presente nella confezione. Si chiama “sgrammatura” ed è forse l’inflazione più iniqua, quella che i brand di prodotti di ogni genere scaricano sui consumatori (eterna ultima ruota del carro) in modo tacito e latente. Secondo ricerche di mercato solo i più attenti (pensionati e cacciatori di offerte) si accorgono di questo fenomeno, a parte ovviamente vecchi aficionados della “spesa proletaria”, quella che si fa senza passare alla cassa o pagando un terzo degli acquisti. Insomma dalla pasta alle patatine, carta igienica o yogurt, la furbata è così diffusa che in Italia, le associazioni di difesa dei consumatori hanno già presentato esposti a Procure e Antitrust per denunciare l’inflazione occulta che non ha alcun nesso con l’impennata dei costi energetici di questi ultimi mesi. Se fra le mire dei soliti noti c’era pure quello di sostanziare le “sparate” anti Putin sui media embedded, il giochetto ha avuto fiato corto, almeno a sud. E da noi, tranquilla provincia lombarda extra muros ,come siamo messi?
https://www.operaicontro.it/2022/07/01/i-curdi-come-merce-di-scambio/
Lugano e l'Ucraina
"Distanti ma vicini" si diceva ai tempi, non ancora passati, del Covid. Poi Lombardi ci ha messo del suo aggiungendo che tutto l'ambaradan non sposterà di una frazione di millimetro il contesto politico-militare che era, è e resterà globale. Tradotto significa che dovranno per forza vedersela Putin e Biden, le scartine possono contare a scopa, non a questi livelli.
Bene, in attesa che i due si ravvedano per reciproca impotenza ad imporsi, evitiamo a Lugano sceneggiate di sicurezza inutili e utilizziamo i soldi dei contribuenti, già ampiamente saccheggiati per Cornaredo, in modo più responsabile. Con tutti i difetti immaginabili i cittadini sulle rive del Ceresio se lo meritano.
Cinquanta chili in un metro e ottanta di altezza; Come potevano chiamarlo altrimenti? Era l'amico di ferro del nonno, più di un fratello, bastava guardarli e capivi che erano una cosa sola, insolita anche nei difficili anni del secondo dopoguerra toscano. I maligni cinguettavano che non erano "normali" facendo finta di non sapere che "il Bersagliere", nomignolo affibbiato al nonno per i suoi trascorsi nella Grande Guerra, l'aveva salvato da un linciaggio per questioni di donne durante una festa di paese. Da lì in poi sempre assieme e naturalmente io con loro. Le scampagnate all'Arno, la frutta colta sugli alberi, le soste alla capanna del Ciampoli, improvvisato take a way anni 50 sull'argine del fiume, lo sfarfallio delle lucciole che ci accompagnavano quando facevamo tardi a rientrare in bicicletta, sono fra i momenti più belli della mia gioventù. Mi diceva: Se desideri un frutto arrampicati sui rami, all'albero piace se gli sgattaioli sopra e ti ricompenserà per lo sforzo profuso. Oppure: Non ci sono buoni e cattivi, solo uomini e donne che il caso e la convenienza spingono ad essere ora i primi, ora gli altri. Le promesse si mantengono e i favori si ricambiano, i se e i ma lasciali ai politicanti e ai ciabattoni. Bei tempi, finiti all'improvviso come capita spesso ai comuni mortali.
Quando il nonno si ammalò per complicazioni dovute a un diabete tignoso, Acciuga venne a prendermi prima di andare a fargli visita. Lo trovammo nel dormiveglia del pomeriggio, ma sarebbe più corretto dire intontito da chissà quanti farmaci, cosa che si faceva allora e, democraticamente, pure oggi per giustificare l'innalzamento della speranza di vita. Non saprei dire se ci riconobbe e non me la sentii di restare a lungo in quella camera. Acciuga mosse la testa come per dire "vai, ti raggiungo subito" e l'ultima cosa che vidi prima di uscire fu lui che si chinava sul nonno. Ci ritrovammo all'entrata e mi riaccompagnò a casa senza dire una parola. Fu l'ultima volta che lo vidi, anche perché dopo due anni il babbo e la mamma si spostarono a nord per motivi di lavoro. Erano i primissimi anni sessanta, quelli del "miracolo economico" che, come sempre accade, privilegia solo chi i soldi ce li ha già, ma questa è un'altra storia. Il nonno fu trovato privo di vita proprio la sera dopo la nostra visita, collasso cardiaco dissero, e tutti presero per buona la diagnosi clinica. Io no e, sono certo, neanche Acciuga; Lui era uno di parola.
Per cosa si muore in Ucraina
Ormai tutti sanno quello che all'inizio non si poteva neanche accennare, cioè che la guerra in Ucraina può essere fermata con un colloquio diretto fra Putin e Biden, perché dietro le velleità neocoloniali della Russia c'è un confronto fra potenze deboli e in declino, una già declinata e l'altra declinante, spaventate dal rischio di impotenza e per questo restie a cedere anche un millimetro di territorio alla controparte.
In mezzo c'è lo stoccafisso Zelensky, che dopo le montagne di retorica nazionalista con cui è stato alimentato dall’Occidente a reti unificate, rischierebbe di essere travolto se solo tentasse un negoziato per una “vittoria mutilata” dopo centinaia di miliardi in armi e aiuti fatti proprio a nascondere una compattezza atlantica rachitica.
Autogol di Putin che ha lavorato alla propria peggior condizione ? Forse, ma pessima notizia per chiunque sia in ansia per la sorte del pianeta, con la possibile ri-nuclearizzazione di quel residuo braccio di mar Baltico rimasto fino ad oggi “neutrale”. Svedesi e finlandesi si sentiranno (ancora forse) più sicuri, ma il mondo lo sarà sempre di meno.
La denazificazione è una buffonata tanto quanto l’esportazione della “democrazia” a suon di cannonate, basi militari e destabilizzazioni che ogni area del pianeta ancora indipendente ha dovuto sopportare – per fortuna non sempre finendo sconfitta – dalla caduta del muro ad oggi. Ma se la “denazificazione” attualmente non esiste – anche se speriamo che tra le ricadute dell’invasione ci sia l’annichilimento del più alto numero di nazisti presente sul territorio – i nazisti, dal confine polacco al confine russo, ci sono eccome. E fanno sorridere tutti coloro che per contrabbandare la loro svolta filo-europeista o per non dover smentire che il cavallo su cui avevano puntato si è rivelato un cavallo nazista, oggi sostengono che «i nazisti ci sono su entrambi i fronti».
cfr. MILITANT: La guerra nella guerra
Quella che oggi viene chiamata "resistenza ucraina"ha fatto negli anni passati 14000 morti in Donbass e nella zona orientale del paese.
https://www.militant-blog.org/la-guerra-nella-guerra/
"Sabotare la guerra imperialista da questa parte della barricata, se di questo si tratta, vuol dire sabotare la NATO".
https://www.operaicontro.it/2022/03/26/come-zelensky-indebolisce-la-resistenza/
Ragionamento semplice, che chiunque può fare e converge verso un'unica domanda: Per quale motivo, dal 1945, ogni Presidente degli Stati Uniti, a prescindere dalla sua appartenenza politica, si sente in dovere di fare almeno una guerra durante il proprio mandato, sempre in casa altrui ? Biden non l'ha ancora fatta? Appunto, ancora !
Riprendo, a braccio, un interrogativo del professore Luciano Canfora che non mi risulta sia un fan di Putin:
"Se il Messico entrasse nella zona di influenza (eufemismo per non scrivere alleanza) della Corea del Nord, Gli USA cosa farebbero?
A sentire i media il paese di Chernobyl sarebbe l'Inferno e quello rossocrociato il Paradiso.
Passi per il primo ma sull'altro ci sarebbero molte, molte perplessità. Vediamone alcune.
Com'era il ritornello esposto sui balconi giusto due anni fa? Passerà e tutto sarà più bello ? Come no! Guardatevi in giro quando camminate in città; cittadini immusoniti, sguardi fissi nel vuoto se non puntano le proprie scarpe, passo e andatura da chi sta per perdere il treno, saluti al volo quando proprio non se ne può fare a meno e mi fermo qui. Tutta colpa del Covid ? Ma non scherziamo! Il ceto medio/basso era già messo male prima, figuriamoci ora che bisogna far quadrare i conti dei milioni messi in piazza per la pandemia, in buona parte ciucciati da furbetti, maneggioni e impresari d'assalto. La stangata è in arrivo: Pasta, pane, generi di prima necessità già lievitati, benzina alle stelle come per le tariffe di acqua e gas, balzelli pubblici e privati gonfiati (posta, certificati, spese amministrative...) oltre, ma questo è un must nazionale da tempo, alle s/cassa malati, giornali e spettacoli vari. Non conosco il trend della ristorazione per il fatto che mangio, bevo e mi concedo qualche ghiottoneria a casa, risparmiando non solo in denaro ma soprattutto in salute, mi dicono però che anche lì ci si dà da fare per scaricare il periodo di inattività sui clienti. Pure la qualità è andata a farsi benedire: Auto, elettrodomestici, apparecchi informatici costano di più e durano la metà di prima, quando non arriva l'adeguamento tecnologico che ti costringe a cambiarli. Insomma chi naviga dentro il lavoro dipendente senza santi in paradiso e relazioni con le famiglie che dettano i tempi nel Cantone, ha le fucine di messer Satanasso a vista d'occhio.
Così vanno le cose nel paese più ricco del mondo, anzi nel paese con dentro i più ricchi del mondo, che stanno qui, coccolati da un fisco subalterno, a "risparmiare" godendosi la tranquillità dei paesaggi e il silenzio dei poveri, perché il Paradiso esiste solo per Paperoni e globalisti. Non lo sapevate?
Di fronte all’inizio della guerra europea ogni operaio ha mille ragioni per entrare in guerra contro il proprio governo e nessuna per entrare in contrasto con qualunque operaio di un altro paese, sia esso russo, americano, ucraino. Anzi, bisogna veramente pensare ad un’azione comune degli operai contro la guerra dei padroni, ora.
Piangersi addosso solo dopo aver visto le distruzioni di una guerra imperialista è solo opportunismo perché anche gli operai delle potenze occidentali pagano questa guerra, oggi limitata ma di cui non si conoscono gli sviluppi, con un immiserimento crescente, la caduta dei salari, l'aumento dei beni di prima necessità e la disoccupazione.
Benvenuti all'inferno
Com'era il ritornello esposto sui balconi giusto due anni fa? Passerà e tutto sarà più bello ? Come no! Guardatevi in giro quando camminate in città; cittadini immusoniti, sguardi fissi nel vuoto se non puntano le proprie scarpe, passo e andatura da chi sta per perdere il treno, saluti al volo quando proprio non se ne può fare a meno e mi fermo qui. Tutta colpa del Covid ? Ma non scherziamo! Il ceto medio/basso era già messo male prima, figuriamoci ora che bisogna far quadrare i conti dei milioni messi in piazza per la pandemia, in buona parte ciucciati da furbetti, maneggioni e impresari d'assalto. La stangata è in arrivo: Pasta, pane, generi di prima necessità già lievitati, benzina alle stelle come per le tariffe di acqua e gas, balzelli pubblici e privati gonfiati (posta, certificati, spese amministrative...) oltre, ma questo è un must nazionale da tempo, alle s/cassa malati, giornali e spettacoli vari. Non conosco il trend della ristorazione per il fatto che mangio, bevo e mi concedo qualche ghiottoneria a casa, risparmiando non solo in denaro ma soprattutto in salute. Anche la qualità è andata a farsi benedire: Auto, elettrodomestici, apparecchi informatici costano di più e durano la metà di prima, quando non arriva l'adeguamento tecnologico che ti costringe a cambiarli. Insomma chi naviga dentro il lavoro dipendente senza santi in paradiso e relazioni con le famiglie che dettano i tempi nel Cantone, ha le fucine di messer Satanasso a vista d'occhio.
Così vanno le cose nel paese più ricco del mondo, anzi nel paese con dentro i più ricchi del mondo, che stanno qui, coccolati da un fisco subalterno, a "risparmiare" godendosi la tranquillità dei paesaggi e il silenzio dei poveri, perché il Paradiso esiste solo per Paperoni e globalisti. Non lo sapevate?
... e i padroni l'hanno oltrepassato da sempre!
https://www.operaicontro.it/2022/02/02/chi-deve-dire-basta/
https://insorgenze.net/2022/01/28/corrado-alunni-dalla-sit-siemens-alla-lotta-armata/
Non è da tutti restare ai massimi livelli per parecchio tempo. È significativo però provarci e ricordarselo.
https://www.operaicontro.it/2022/01/13/turchia-i-sindacalisti-firmano-gli-operai-scioperano/
Dappertutto quando i lavoratori RIVENDICANO, i sindacati CONTRATTANO.
Iraq 4910, Afghanistan 3609 = 8519. Le famiglie colpite hanno ringraziato i rispettivi governi che hanno contribuito ad eleggere?
https://www.inventati.org/molino/le-macerie-che-tornano-indietro/
... e quelle del Potere che, lentamente, si decompongono senza bisogno di additivi chimici.
È la vita, ragazzi, la vita che si fa storia.
Buon anno ai giovanotti del Molino
https://www.infoaut.org/conflitti-globali/svizzera-ri-occupato-lo-storico-centro-sociale-il-molino-di-lugano-arriva-la-polizia
Sgomberato dalla polizia la notte seguente!
Senza autodifesa organizzata, nulla è possibile e duraturo.