giovedì 7 gennaio 2021

Gli infiniti "se" del ministro democristiano

 I “se” di De Rosa e dei suoi compagni di merende…

di Giuseppe Sergi (MPS Ticino)

È patetico il povero Gabriele De Rosa che ieri ha lanciato l’ennesimo “se”. Ripetendo un ritornello ormai diventano stucchevole e ridicolo ha affermato che il governo è pronto a prendere nuove misure se “non dovessimo vedere nel breve termine un miglioramento della situazione».

Un altro “se”, come quelli che vengono ormai regolarmente ripetuti da oltre tre mesi (varrà la pena ricordare che l’inizio della seconda ondata della pandemia è stata ormai ufficialmente fissata a inizio ottobre). Un “se” che, a livello cantonale, non è mai sfociato nell’adozione di nuove e più incisive misure contro la pandemia anche se la situazione non ha subito alcun miglioramento; anzi, è costantemente peggiorata; al massimo un anticipo di un paio di giorni di quelle poche misure (di per sé pure insufficienti) che si sa verranno adottate dal Consiglio Federale.

Così è stato per l’obbligo delle mascherine, così è stato per la chiusura anticipata dei ristoranti, così è stato per la chiusura definitiva di bar, ristoranti e altri luoghi di incontro.

Mai, negli ultimi mesi, il governo cantonale ha preso un’iniziativa autonoma di una certa portata: e sì che l’evoluzione della pandemia nel Cantone lo avrebbe sicuramente giustificato.

Caro De Rosa (ma il messaggio può essere esteso a tutto l’esecutivo), è ora di passare a fatti concreti. I “se” e i “ma” non fermano il virus e la sofferenza e la morte di molti cittadini e cittadine.