domenica 28 luglio 2019

Lugano:Italia (e anche peggio)

Lugano: Italia (e anche peggio)

Non so quanti ticinesi abbiano visto lo spot pubblicitario della città sul Ceresio trasmesso in prima serata su Telelombardia, né conosco le loro impressioni. In una manciata di secondi si parla di natura incontaminata, ricchezza, tranquillità, cultura, divertimento, insomma dell'isola felice a due passi dal confine lombardo. Se l'esperto in comunicazione della città intendeva veicolare questo messaggio direi che ha fatto centro, ma solo nella fantasia dei telespettatori perché nel quotidiano quel tipo di isola, oggi, non c'è.
Lugano è la città con il paesaggio urbano più deturpato (eufemismo) dal Cantone Ticino, saccheggiato da faccendieri, architetti e palazzinari che operano solo con la logica del mercato e dei ricavi, la città con l'ateneo più caro della Svizzera, gli stipendi più bassi, gli impieghi meno probabili, gli affitti e i posteggi più salati, il traffico congestionato, un lago asfittico e  plastificato, l'aria puzzolente d'estate e d'inverno per ozono e polveri fini.
Non sto giocando a "smerdatutto", credetemi, e nemmeno do la colpa all'esercito di frontalieri che ogni giorno affollano un panorama metropolitano sempre più vicino al collasso. Sono 57 anni che ci vivo e ho visto la città rivoltata come un calzino da una truppa di "ragionieri della politica" (altro eufemismo) che ne hanno desertificato il centro storico (oggi ci sono solo turisti e negozi per vip) e spinto i residenti in aree limitrofe, dentro casermoni con  tetti rigorosamente piani per ospitare le antenne di telefonia mobile che, forse, farebbero invidia solo ai più irriducibili sostenitori del socialismo reale.
Eh sì, così stanno le cose nella "regina del Ceresio", ormai neanche più lontana parente di quella "Lugano bella" a cui dettero forzato addio gli anarchici tanto tempo fa.



mercoledì 17 luglio 2019

Gran Bretagna: Notizie su Julian Assange



Des documents ont été publiée ces derniers jours prouvant que Julian Assange était espionné 24h sur 24 par une agence de sécurité espagnole (Undercover Global S. L) puis équatorienne (Promsecurity) durant son séjour de 7 ans à l’ambassade d’Equateur à Londres dans laquelle il s’est réfugié ces sept dernières années. Cet espionnage avait lieu à la demande des autorités équatoriennes. Par ailleurs les agents de sécurité de l’ambassade devaient tout les jours surveiller chaque mouvement d’Assange, enregistrer ses conversations et prendre note de son humeur. L’équipe a également procédé à un examen de l’écriture manuscrite dans son dos, qui a donné lieu à un rapport de six pages.
Des entrevues entre Assange et son avocat ainsi que des entrevues avec des visiteurs ont notamment été filmées et ce malgré des mesures de sécurité mise en place par Assange telles que l’utilisation d’un dispositif de distorssion des voix. D’autres mesures de sécurité étaient utilisées par Assange telle que l’utilisation d’un dossier recouvrant la feuille de papier sur laquelle il écrivait pour empêcher tout appareil photo potentiel de zoomer sur ses notes.
Au niveau de son extradition, les autorité britannique prétende qu’il ne sera pas envoyé dans un pays où il pourrait risquer la peine de mort. L’audience pour étudier la demande d’extradition vers les États-Unis aura lieu fin février 2020 au Royaume-Uni. En attendant Assange il reste enfermé à la prison de haute sécurité de Belmarsh, dans le sud-est de Londres (https://secoursrouge.org/Grande-Bretagne-Debut-de-procedure-pour-une-eventuelle-extradition-d-Assange).


Julian Assange en train d’être espionné

giovedì 11 luglio 2019

La Resistenza nel Paese Basco


Parla ATA. “Euskadi è ancora in guerra” La dissidenza basca dell’ETA alza la voce


"Un esercito che consegna le armi al nemico (come ha fatto il Provos in Nord Irlanda) è un esercito che si è arreso al nemico" dicono dagli ambienti vicini alle piattaforme internazionali di entrambe le dissidenze.

 La dissidenza di Euskadi Ta Askatasuna ha messo in dubbio che la lotta armata della formazione è scomparsa come ha detto Arnaldo Otegi, ex Batasuna e leader di Bildu, che descrivono oggi come un “social democratico” ripulito, in una recente intervista trasmessa da TVE. «Euskal Herria è ancora in guerra», dicono. i militanti ATA, che sono considerati “non un’organizzazione terroristica ma un’avanguardia politico-militare al servizio dei lavoratori baschi”.

giovedì 4 luglio 2019

Comunicato

Rendiamo attenta l'utenza che i politici in generale non sono, come da più parti e frequentemente ipotizzato, figli nostri.
Prostitute senza frontiere.