mercoledì 19 aprile 2023

Il valore della sconfitta

      "Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta.

Alla sua gestione. All'umanità che ne scaturisce.
A costruire un'identità capace di avvertire una comunanza di destino dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccato.
A non divenire uno sgomitatore sociale a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo in questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente (figuriamoci il futuro), a tutti i nevrotici del successo dell'apparire del diventare.
A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde.
E' un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco."


Pier Paolo Pasolini (1922-1975)

venerdì 7 aprile 2023

Elezioni Cantone Ticino

 Chi non perde, vince?

Sembrerebbe di sì, da tempo, anche se i numeri dicono altro, per esempio che vince il Ticino apartitico/apolitico con la scheda senza intestazione e sempre meno votanti.

Sui contendenti nessuna nuova, a parte qualche donzella imbellettata, un dottore distratto (?), le solite due "bocce ferme"da ventennio italiota del secolo scorso e una carrettata di ma, se, forse, vedremo.

A poche centinaia di chilometri, verso ponente, se qualcuno osa spostare di un paio di anni in avanti la pensione, subito l'aria si fa irrespirabile e le città diventano simili a Beirut. Non è una questione geografica, ma di DNA. Loro hanno dentro il '79 e il '48, noi qualche oliva farcita, pizzette e decilitri di spritz. Siamo terra di mugugni sommessi per non farci scoprire dai reggicoda delle tre decine di famiglie che dettano i tempi del quotidiano. Il buffo sta nel fatto che quasi tutti lo sanno e nessuno fa nomi e cognomi, come nella saga dei Corleone.

Vi dirò, a me questo "stallo movimentato" non dispiace, anzi mi stuzzica a ipotizzare il prossimo futuro, quando si ritireranno i ministri eletti al cui seguito si intravede già il deserto. E allora?

Fermarsi un attimo a ripensare il presente al posto di "puntare" le convenienze, a cosa lasceremo oltre la montagna di rifiuti sulla quale stiamo seduti, che siamo i predatori più temibili del pianeta sarebbe già un esercizio utile, senza scomodare e pagare dazio alla sterminata truppa di psichiatri e psicologi.

Insomma un "ricominciare" che in questo caso non significa tornare indietro.