giovedì 27 settembre 2018

Anche il cancelliere dei ministri ha intascato più del consentito

Il cappotto si avvicina: l'MPS marca un nuovo punto (4 a 0)
 
 
I giornali hanno dato notizia questa mattina della decisione dell'ex-cancelliere di Stato, Gianella, di restituire due mesi di stipendio incassati indebitamente alla fine del proprio mandato. Decisione saggio, seppur tardiva.
Questa situazione era stata denunciata da una serie di interventi parlamentari dal deputato dell'MPS Matteo Pronzini, sempre nell'ambito delle denunce sui privilegi illegali del Consiglio di Stato.
Resta aperta, relativamente al Cancelliere di Stato, la questione dell'aumento salariale di cui ha beneficiato poco tempo prima del suo pensionamento. Il governo, rispondendo ad una interrogazione del deputato MPS, ha motivato quella decisione sulla base del famigerato articolo 7bis, quello che permette al governo di premiare funzionari particolarmente meritevoli.
Ora quella risposta non corrisponde alla verità. Prova ne sia che il governo, sollecitato dal deputato MPS, rifiuta di consegnare la risoluzione sulla base della quale quel cospicuo aumento (che poi andò a far lievitare la pensione del Cancelliere) venne deciso. Il governo quindi non la racconta giusta. Può, se lo vuole, denunciarci: ma sappia che dovrà esibire quella risoluzione.
Naturalmente tutto questo verrà etichettato come "politichetta": quando il governo decide di tagliare le pensioni dei dipendenti cantonali (o di modificarne la scala salariale) quella è "vera" politica; quando invece si denunciano privilegi pensionistici e salariali di quello stesso governo, allora quella è politichetta.
Intanto aggiorniamo il risultato: la nave del governo sta moralmente affondando e la partita tra MPS e governo sta assumendo risultati tennistici.
E il bello deve ancora venire!
 
 
Per il segretariato MPS
 
G. Sergi

mercoledì 26 settembre 2018

I ministri hanno fatto cilecca!

MPS 3 - Consiglio di Stato 0:  Si va verso il cappotto!




Il Movimento per il socialismo (MPS) ha preso atto con soddisfazione della decisione del Procuratore Generale di archiviare, perché priva di fondamento, la denuncia che quattro consiglieri di Stato (Beltraminelli, Gobbi, Vitta e Zali) avevano inoltrato qualche settimana fa contro il deputato dell’MPS Matteo Pronzini, colpevole ai loro occhi, di averli calunniati per aver segnalato al PG che i quattro continuavano a ricevere l’indennità telefonica di 300 franchi mensili, malgrado da gennaio 2018 fosse assodato che tale versamento non era conforme alle disposizioni di legge.
È vero che, in data odierna, il PG ha anche deciso di non dar seguito alla segnalazione di Matteo Pronzini, poiché nel comportamento dei quattro consiglieri non si ravvisa un’intenzione dolosa. Prendiamo atto di questa decisione, facendo tuttavia notare come a questa conclusione (e lo rileva lo stesso PG) abbia contribuito la decisione dei quattro di rinunciare al versamento di tale indennità, decisione presa dopo la segnalazione di Pronzini.
In questo senso non possiamo che esprimere soddisfazione per aver comunque raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissi: far cessare l’erogazione di un contributo illegale.
La decisione del non luogo a procedere nei confronti di Matteo Pronzini rappresenta una nuova figuraccia per il governo; il quale meglio farebbe a preoccuparsi di mettere ordine e di chiarire la propria situazione pensionistica e quella dei propri predecessori.
A questo proposito l’MPS prende atto delle varie indiscrezioni giornalistiche apparse oggi su diversi quotidiani e dalle quali risulterebbe che una perizia interna all’amministrazione, del consulente giuridico del Gran Consiglio, giungerebbe alle stesse conclusioni (per quel che riguarda la legalità della rendita transitoria AVS (rendita ponte) versata ai consiglieri di Stato che hanno terminato il proprio mandato) della perizia allestita dal professor Grisel – su richiesta dell’MPS – e resa pubblica negli scorsi giorni.
Dopo la perizia che confermava la illegalità dei rimborsi e la legittimità della richiesta di restituzione, dopo il non luogo a procedere odierno nei confronti di Matteo Pronzini, sarebbe questo un terzo colpo subito dal governo.
E la lista non potrà che allungarsi alla luce del nuovo capitolo rilanciato ieri con la denuncia da parte dell’MPS dell’illegalità e del trattamento di favore che il Consiglio di Stato riserva ai propri membri in materia di riscatto di anni di servizio e di contribuzioni onde poter usufruire di migliori condizioni pensionistiche.


lunedì 24 settembre 2018

Svizzera di lingua italiana:La scuola dei padroni

Il 40% dei votanti ha bocciato il progetto sperimentale sulla scuola sostenuto (a parole) dall'area social-liberale del cantone Ticino.
Cosa cambierà? Nulla.
Il ministro (socialdemocratico) resta in carica, la scuola continuerà ad essere sempre più simile alla fabbrica, chi ha perso darà la colpa a chi ha vinto e a coloro che non si sono impegnati abbastanza.
La destra dirà che ha fermato la "scuola rossa" e la sinistra che si è persa l'occasione per migliorare l'educazione dei giovani.
Poi ci saranno gli strateghi della domenica a prevedere sommovimenti reazionari e trappole per la sinistra parlamentare, come i giovanotti del partito comunista.


Leggo nel loro comunicato sull'esito della votazione; "Il rischio è ora che il PLR e il PPD mollino il PS  e si buttino quindi furbescamente a destra per riciclare alcune delle proposte di UDC & Co. volte a privatizzare la scuola, a mantenere la selezione precoce e a mettere in concorrenza fra loro gli allievi".

Mi domando: Uno dei compiti principali del PC, in questa e nella prossima legislatura, è forse quello di far sì che il PS non venga mollato dagli altri due partiti "storici"? La proposta di congiunzione delle liste è motivata dall'eventualità di questo "pericolo"? Se la risposta fosse due volte "sì" prepariamoci a rimboccare le coperte  per il lungo sonno della "sinistra parlamentare", logorroica a Palazzo, timida  nel territorio e assente in fabbrica. Già la fabbrica; Il modello che la scuola  attuale (e pure quella che doveva venire) ha ormai preso come esempio strategico in tutti i suoi multiformi aspetti.
Sbaglio o nessuno degli "addetti ai lavori" l'ha semplicemente sussurrato in campagna elettorale?
Due parole sulla citata " concorrenza fra gli allievi", partendo dall'alto. Master USI. Domanda del docente: Siete qui per quale futuro? Risposta: Fare soldi. Liceo di Lugano: Accettereste un posto presso campi di concentramento, detenzione coatta o lager? Perché no, se la paga è buona! Prime classi di scuola media in un quartiere della grande Lugano: Se mi fai copiare ti do cinque franchi.
Tralascio, per clemenza, le scuole elementari dove tira un'aria anche peggiore.
Insomma, la scuola che c'è, c'era  prima e anche ... dopo.

E qualcuno ha avuto pure il coraggio (eufemismo) di chiamarla ROSSA.


giovedì 20 settembre 2018

mercoledì 12 settembre 2018

Bellinzona, Svizzera felix

Consiglieri di Stato, pena e vergogna!
Lo scorso 27 agosto, prendendo atto che malgrado la chiara e appurata situazione di illegalità, quattro dei cinque consiglieri di Stato continuano a percepire alcune indennità (in particolare quella di 300 franchi mensili per l’abbonamento telefonico), il deputato Matteo Pronzini si rivolgeva al Procuratore Generale con un breve scritto (reso pubblico) che così concludeva: “Poiché la conoscenza di questa situazione d’illegalità non ha provocato alcun ravvedimento da parte dei diretti interessati (con l’eccezione di Manuele Bertoli), le chiedo formalmente di verificare, intraprendendo gli atti procedurali che riterrà necessari, se i rilievi e le conclusioni concernenti l’elemento soggettivo contenuti in particolare nel secondo decreto d’abbandono adottato dal Suo predecessore rimangono validi a far tempo dallo scorso mese di marzo, o se deve invece essere promossa, contro i Consiglieri di Stato attualmente in carica, l’accusa per reato di abuso d’autorità o altri eventuali reati”.
Una segnalazione chiara e precisa, conseguente ad una risposta ad un’interrogazione parlamentare dello scorso mese di giugno dalla quale risultava evidente che le pratiche illegali continuavano malgrado fossero state chiaramente indicate come tali.
Un atto che qualsiasi altro parlamentare degno della carica che riveste avrebbe dovuto fare. Come noto è dovere dei deputati segnalare all’autorità inquirente qualsiasi situazione che presenti apparenza di illegalità.
Ora anche il più sprovveduto dei giuristi potrebbe dirci che la “querela” presentata da quattro consiglieri di Stato è, dal punto di vista giuridico, penosa. Non vi è nemmeno l’ombra di un estremo che possa in qualche modo configurare i reati vaneggiati dai consiglieri di Stato.
I quali si comportano come quell’automobilista che, richiamato da un agente di polizia per aver aver parcheggiato con la propria fuoriserie su un posto per disabili, se la prende querelando l’agente di polizia. Siamo a questo punto.
È tuttavia evidente la ragione di questa sortita: cercare di far pressione sul deputato dell’MPS Matteo Pronzini e sull’MPS, rei di aver denunciato il malandazzo. È ormai la linea sulla quale sono attestati tutti i maggiori partiti, a livello cantonale come a livello comunale (basti pensare alle denunce con le quali si spera di fermare la nostra azione sulla vicenda ABAD a Bellinzona).
Un tentativo, miserabile, di mettere un bavaglio ad una opposizione che fa il lavoro dell’opposizione e che non si prostra davanti ai diktat del governo. E non solo su questioni di carattere politico, ma anche su questioni che hanno una rilevanza etica fondamentale e attengono al rispetto delle leggi che, per primi, i membri del governo dovrebbero praticare.
Non sorprende che questo attacco del governo arrivi proprio in concomitanza con la diffusione di una perizia giuridica, voluta dalla commissione della gestione e redatta dal giurista del consiglio di Stato, che conferma come la richiesta inoltrata da Matteo Pronzini, tesa alla restituzione da parte dei consiglieri ed ex-consiglieri di Stato di quanto indebitamente percepito in materia di rimborso spese, sia legittima. In altre parole: forse saremo costretti a pagare quanto indebitamente ricevuto e allora denunciamo chi ci ha denunciato questo fatto. I querelanti dimostrano di avere lo spesso istituzionale della carta velina!
E non ci si venga a dire che ci sono altre questioni importanti per il Cantone: proprio su quelle (dalla lotta contro il dumping salariale alla difesa dell’Officina, dalla difesa degli ospedali pubblici fino alla
denuncia del malessere nelle case per anziani e in alcuni servizi sociali) l’MPS (e il suo deputato) sono stati protagonisti di campagne che hanno lasciato il segno.
Ci chiediamo: il rispetto della legalità, soprattutto da parte della massima autorità preposta a vigilare sul suo rispetto, non è forse una questione importante? Strano modo di riflettere da parte dei paladini della democrazia liberale.
L’MPS e il suo deputato affrontano con decisione e serenità questa situazione, sicuri che le denunce di illegalità riscontrate e dei comportamenti miserabili dei governanti e di chi li sostiene siano in sintonia con le aspirazioni di buona parte della popolazione ticinese. Che il proprio abbonamento telefonico se lo devono pagare per intero e fino all’ultimo centesimo.

Bellinzona, 12 settembre 2018
Comunicato MPS mps.ti@bluewin.ch 

lunedì 3 settembre 2018

Autogestione a Lugano



La memoria corta di Sergio Roic – di Carlo Curti

Polemiche a sinistra sui "Molinari"

Fonte:http://www.ticinolive.ch


Sulla Regione del primo settembre è possibile leggere la versione istituzionalizzata dell’autonomia luganese targata PS. Intendiamoci, niente di scandaloso, ognuno in questo mondo sbandato può scrivere ciò che gli piace, soprattutto se lo fa dalla seggiola giusta sotto i glutei. Per Roic tutto comincia negli anni 90 e racconta di un movimento aperto, culturalmente alternativo, democratico e tutto sommato pacifico. Peccato si sia dimenticato di ciò che accadde, proprio a Lugano, nella prima metà degli anni 70. Manifestazioni spontanee, tafferugli con la polizia comunale, sit-in sulla gratuità dei trasporti pubblici, dei libri scolastici, le campagne per i 1000 franchi di salario agli apprendisti, la simbolica occupazione del “Venezia” per salvarlo dagli appetiti di chi, a quel tempo, si faceva chiamare “Innovazione” e da scandalosi piani regolatori che hanno ridotto il centro cittadino a grande giostra di supermercati.
Eh sì, caro Roic, la storia se si decide di raccontarla, bisogna farlo per intero. Il libro di Roberto Raineri-Seith “il luogo che non c’è” (edizioni Casagrande 1997) potrebbe aiutarla con poca spesa. Se poi decidesse di non ricalcare le orme di chi allora era “rivoluzionario” e oggi sinistrato, può sempre avvalersi della consultazione del mio archivio personale.
Questo per aiutarla a non cadere nel vizietto storico della socialdemocrazia: Definire provocatore chi osa andare oltre lo stato presente delle cose.