mercoledì 13 luglio 2022

La sgrammatura

Sugli scaffali dei supermercati ( e non solo) il prezzo non cambia, così come nello scontrino di acquisto. Cambia però la quantità di prodotto presente nella confezione. Si chiama “sgrammatura” ed è forse l’inflazione più iniqua, quella che i brand di prodotti di ogni genere scaricano sui consumatori (eterna ultima ruota del carro) in modo tacito e latente. Secondo ricerche di mercato solo i più attenti (pensionati e cacciatori di offerte) si accorgono di questo fenomeno, a parte ovviamente vecchi aficionados della “spesa proletaria”, quella che si fa senza passare alla cassa o pagando un terzo degli acquisti. Insomma dalla pasta alle patatine, carta igienica o yogurt, la furbata è così diffusa che in Italia, le associazioni di difesa dei consumatori hanno già presentato esposti a Procure e Antitrust per denunciare l’inflazione occulta che non ha alcun nesso con l’impennata dei costi energetici di questi ultimi mesi. Se fra le mire dei soliti noti c’era pure quello di sostanziare le “sparate” anti Putin sui media embedded, il giochetto ha avuto fiato corto, almeno a sud. E da noi, tranquilla provincia lombarda extra muros ,come siamo messi?