martedì 28 gennaio 2014

Svizzera neutrale ?

Qualcuno ancora ci crede?


Banche
Bilaterali UE
Croce Rossa
Europol
Tribunale penale internazionale
Banca mondiale
Swissint : Impieghi militari internazionali in Bosnia, Kosovo, Sahara occidentale, Sudan del sud, Ghana, Repubblica democratica del Congo, Burundi, Medioriente, Corea del Sud)

Trattati:

EBRD (banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo)
EFTA  (associazione europea di libero scambio)
GATT (accordo generale sulle tariffe ed il commercio)
IAEA  (agenzia internazionale energia atomica)
IBRD  (banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo)
ILO    (organizzazione internazionale del lavoro)
IMF    (fondo monetario internazionale)
NATO(organizzazione del trattato nord atlantico)
OECD(organizzazione per la cooperazione economica e sviluppo)
OSCSE(organizzazione sicurezza e cooperazione europea)
WTO   (organizzazione mondiale del commercio)



Alcuni dei più significativi fra il centinaio di trattati internazionali firmati dalla Confederazione fino al 28.01.2014.

lunedì 27 gennaio 2014

Un mondo perfetto


"Come cazzo è possibile che a un uomo piaccia essere svegliato alle 6.30 da una sveglia, scivolare fuori dal letto, vestirsi, mangiare a forza, cagare, pisciare, lavarsi i denti e pettinarsi, poi combattere contro il traffico per finire in un posto dove essenzialmente fai un sacco di soldi per qualcun altro e ti viene chiesto di essere grato per l'opportunità di farlo?" 

Charles Bukowski

venerdì 17 gennaio 2014

Appello al bracconaggio impunito – di Carlo Curti

“Voir, tirer, enterrer, se taire”. Il presidente del governo vallesano Maurice Tornay (PDC) ha risposto così alla richiesta di un suo parere sulla tematica del lupo nelle nostre alpi. Qualcuno sicuramente saprà che negli ambienti del bracconaggio USA questa espressione è nota  sotto il nome di 3S-treatment (shoot, shovel, shut up). Ciò non fa fare certo una bella figura al politico “tutto chiesa e famiglia” né depone a favore della sua fantasia.
Per questa spacconata il Gruppo Lupo Svizzera (GLS) ha denunciato il presidente cantonale democristiano (41 mila voti alle ultime cantonali) per incitamento pubblico ad azioni delittuose. Il Ministero pubblico di quel cantone però non ha rilevato nessuna particolare provocazione nelle parole di Tornay, ritenendole “considerazioni spiritose” che non vanno intese come incitazione al delitto. Caso quindi archiviato e buonanotte suonatori, come si diceva una volta. A tutt’oggi, Maurice Tornay non ha dato seguito alla richiesta del GLS di distanziarsi pubblicamente da ogni forma di bracconaggio.
Che la nostra classe dirigente fosse poca cosa lo si sapeva da un pezzo (sempre in Vallese il comandante della polizia cantonale ha problemi con la giustizia per trafugamento di reperti archeologici), ma che addirittura superasse in sproloqui la truppa di irrequieti che gonfia al passare di ogni giorno in questi tempi sbandati, francamente pochi se lo aspettavano. Con l’aria che tira, l’episodio non va certo ad incrementare i parametri di simpatia dei nostri onorevoli e sarei curioso di vedere se, un domani, la magistratura adotterebbe la stessa linea di condotta nel giudicare espressioni analoghe proferite da comuni cittadini nei confronti di esponenti politici più o meno noti.

Nota: il fatto è stato riportato dai media vallesani e denunciato da Pro Natura Svizzera

giovedì 9 gennaio 2014

Negoziato coatto!

Gerarchie d’impresa costrette a misurarsi con la trattativa forzata imposta dai lavoratori in lotta.*

I padroni non trattano? E noi facciamo in modo che non possano non farlo. In che modo? Impedendogli di alzarsi dal tavolo e uscire dagli uffici delle direzioni aziendali fintantoché non si è pervenuti a un accordo accettabile. Si chiama «trattativa forzata» anche se loro, poliziotti e media, parlano di «sequestro», anzi di “bossnapping”. In Francia è accaduto di frequente negli ultimi anni (sei casi nel 2009, due nel 2010, due nel 2011, tre nel 2012 e due l’anno scorso). L’ultimo episodio si è terminato, martedì 7 gennaio, nello stabilimento della Goodyear di Amiens, dove due manager dell’azienda sono stati trattenuti per oltre trenta ore. Immediatamente dopo la loro liberazione, la Cgt, il sindacato maggioritario sul posto, ha annunciato l’intenzione di occupare la fabbrica. Di fronte alla chiusura dello stabilimento, deciso dallo stato maggiore della grande marca di pneumatici, i lavoratori hanno rivendicato una cospicua indennità di licenziamento. Secondo la Cgt, la direzione avrebbe proposto ai dipendenti un’indennità di licenziamento che oscillerebbe tra i venti mila e 40 mila euro. Gli operai reclamano dagli ottanta ai 180 mila euro. Se vuol licenziare il padrone deve pagare. «Quando si è di fronte alla perdita del posto di lavoro – ha spiegato Franck Jurek, uno dei delegati Cgt – si difende quello che resta da difendere, cioè i soldi. Per questo andremo fino in fondo, anche contro la legge». E siccome la Direzione ha fatto finta di non capire è partita la trattativa forzata. Nessuna violenza, i dirigenti erano liberi di circolare all’interno dell’edificio aziendale, avevano i loro telefonini, comunicavano con familiari e gerarchia, potevano rifocillarsi a volontà, ma non potevano abbandonare il posto sottraendosi al negoziato.
Il succo del ragionamento è semplice: quando le gerarchie aziendali chiudono ogni comunicazione pensando d’imporre il loro punto di vista senza ascoltare quello della controparte operaia, occorre imporre loro la trattativa. Lì dove non c’è negoziato, si apre allora uno spazio di nuovo conflitto. È il «conflitto negoziato» che in Francia, a differenza di altre nazioni, non ha mai perso agibilità politica e sociale. Le azioni «coups de poing» (colpo di mano), non appartengono solo al repertorio d’azione della Cgt, ma sono condivise oltre che da altri sindacati collocati sul fronte della sinistra radicale, dalle associazioni dei contadini, pescatori e camionisti, spesso bacini elettorali delle forze moderate. Oltralpe la tradizione corporativa del conflitto ha mantenuto sempre piena legittimità. Fintantoché non sono percepite come un attacco politico alla sicurezza dello Stato, queste forme d’azione collettiva sono ritenute domande sociali cui la politica è chiamata a dare risposte.
 Ma non andate a dirlo ai nostri sindacalisti, potrebbero (come i padroni e chi legifera) non dormire più la notte.

* Tratto dal sito "Insorgenze wordpress.com"