domenica 15 novembre 2015

Integralismo d'antan





Il giorno in cui un gruppo di giovanotti ha messo, di nuovo, in ginocchio la grandeur francese, il pensiero va al nonno che, tanti anni fa, lo fece con il parroco del paese nella valle dell’Arno.
Erano i primi anni cinquanta e, come tutti, per non essere timbrato a fuoco dall’integralismo cattolico che aveva ripreso fiato dopo la Liberazione, partecipavo ai corsi “obbligatori” di catechismo post scolastico, preparatori della prima comunione.
Bene, alla fine di uno di questi, detti una palpata sul culo di una compagna come ricompensa delle sue attenzioni verso tutto ciò che in classe aveva i pantaloni. Mi arrivò una bacchettata sulla mano “galeotta” dal prete che, forse, si era sentito trascurato perché a quel tempo il Vaticano imponeva ai suoi “soldati” la tunica nera con cento bottoni.
Del fatto venne a conoscenza il nonno, il mattino seguente al mercato cittadino, ascoltando quanto riportato da occasionali acquirenti al banco del verduraio.
Dieci minuti dopo era già in sagrestia della parrocchia a tu per tu con il bacchettatore di dio.
Un torrente in piena, riferirono i chierichetti presenti: “Mi ascolti bene, la bacchetta la usi per il coro o, nei momenti di intimità, per cacciarsela nel culo". Questo è, per amor di pace, un avvertimento, la prossima volta non se la caverà così democraticamente. I posti giusti per “eminenze” come la sua non sono certamente le aule scolastiche ma i capannoni per il lavoro rieducativo in Siberia. Da oggi mio nipote può toccare tutti i culi che vuole senza che lei muova neppure il dito mignolo. Fine dell’avvertimento!
Il cicchetto fece, ovviamente, il giro del paese e tre anni dopo il pretonzolo fu destinato ad altra parrocchia.
Questo per dire cosa? Ognuno ha i propri integralismi che deve combattere a casa propria, con i propri mezzi e forze. In occidente abbiamo il Vaticano che per secoli ha spadroneggiato con mezzi immondi, autoritari e violenti, altrove altre filosofie e credenze non sono certo da meno ma hanno il diritto di essere neutralizzate/sostituite/cambiate dalle popolazioni autoctone senza che qualche maneggione travestito da alleato venga ad accrescere disagi e tribolazioni. Se questo non riesce, dobbiamo prenderne atto e conviverci, così come i nostri governi hanno SEMPRE fatto con le peggiori monarchie assolute mediorientali e latinoamericane.

Tutto qui, semplice no?

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