Due storie a confronto

Ueli Hoeness, 2009
Ettore Filippi, 1981
Italiani brava gente e tedeschi tutti d’un
pezzo? Forse poco più di 150 anni fa, prima è impossibile perché l’Italia non
esisteva come nazione. È di questi giorni la notizia di due ruzzoloni fatti da
personaggi mediamente noti nei due paesi.
Il signor Uli Hoeness, ex calciatore della “manschaft” e presidente del
Bayern Monaco, è stato condannato, con sentenza di primo grado, a tre anni e
sei mesi di carcere per aver evaso 27,2 milioni di euro. Il vecchio bomber ha già annunciato le
dimissioni dalla presidenza della società calcistica. Ma non solo. Hoeness ha
anche spiegato che rinuncerà alla richiesta di appello nel processo a suo
carico: andrà in carcere. «Dopo essermi consultato con la famiglia ho deciso di
accettare la sentenza della corte di Monaco. Ho chiesto ai miei avvocati di non
presentare appello, in linea con la mia idea di decenza, comportamento e
responsabilità personale. Evadere le tasse è stato l’errore della mia vita,
affronto le conseguenze di questo errore».Di fronte ai magistrati aveva
ammesso, a sorpresa, di aver evaso una quindicina di milioni su un contro
cifrato in Svizzera. Dopo un'ulteriore verifica da parte delle autorità è
emersa un’evasione di oltre 27 milioni di euro che, appunto, i suoi legali non
hanno contestato.
Più a sud, uno
dei tanti “servitori dello stato”, e “eroe nella lotta al terrorismo”, tal Ettore Filippi, settantadue anni,
poliziotto doc, è inciampato su una mazzetta da 130 mila euro. Il suo
capolavoro per la storia patria non è ovviamente questo ma risale al lontano 4
aprile 1981. Quel giorno, grazie alla complicità del confidente di turno, mette
fine alla latitanza di Mario Moretti ed Enrico Fenzi, due dei massimi dirigenti
delle Brigate Rosse. È l’inizio di una carriera scintillante che poi, come
capita spesso, si travasa in politica.
Ed è proprio il
periodo in cui era vice sindaco a Pavia nella giunta di centrosinistra, fra il
2005 e il 2009, a metterlo nei guai; avrebbe esercitato pressioni sugli uffici
tecnici del Comune per concedere sanatorie edilizie. Insomma, si sarebbe dato
da fare per mettere a posto, con la sua bacchetta da amministratore, alcune
costruzioni irregolari realizzate dai suoi amici. I soldi sarebbero finiti poi sui
conti di alcuni comitati elettorali legati all'ex poliziotto e a una sua
società che si occupava di pubblicità ed eventi. Nell'indagine, che si divide
in due filoni, è stato arrestato anche un imprenditore edile e sono indagati un
docente universitario e un ex dirigente del comune di Pavia. Così un presente
avvilente sembra travolgere un passato glorioso. Ma visti i precedenti conviene
attendere: Filippi combatterà per dimostrare la sua innocenza e difendere con
il curriculum personale anche un pezzo di storia patria.
Ecco la
differenza con il caso tedesco citato in apertura: lassù, ogni tanto, c’è
qualcuno che ha la forza di ammettere i propri errori, nella repubblica europea
delle banane invece … quando mai?
Due razze di
uomini. L’una sbaglia e paga. L’altra giustifica anche il crimine pur di
ricavarne, o salvaguardare, vantaggi e onori. Indovinate quale vince a mani basse.