Il Muro.
È quello israeliano, lungo settecento chilometri, che domina e circonda
la vita dei rifugiati palestinesi nel campo di Aida a Betlemme. Prima della sua
costruzione gli abitanti vi organizzavano grigliate e raccolta di olive. La
mattina di venerdì 21 marzo alcuni giovani palestinesi hanno fatto un buco nel
muro; sabato pomeriggio l’esercito israeliano ha invaso il campo profughi per
permettere a una ditta specializzata di “ricucirlo” con una lastra di lamiera.
Mezz’ora dopo la partenza dei militari la lastra era stata rimossa. Subito sono
iniziate le operazioni di rastrellamento e gli scontri con gli abitanti del
villaggio che sono durate fino a domenica sera. Due militari sono stati
leggermente feriti, nove abitanti del campo arrestati e molti altri feriti.
Insomma il solito bollettino di guerra quotidiana; sassi e fionde contro il
meglio della tecnologia militare.
Ovviamente nessun giornale dell’Europa “finanziaria e democratica” ha
riportato la notizia. Ai tempi di un altro muro, ogni tentativo di fuga di
qualche mascalzone (ma anche cani o gatti) dava spunto agli editorialisti più
accreditati presso le segreterie dei partiti e dei governi “liberi”, per
riproporre la solita tiritera anticomunista.
I tempi sono cambiati? Certamente, in peggio!
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