Tanto per capire da che parte
sono sempre stato e da che parte va il popolo italiano, quello che ha costruito
il paese. Il contributo non è recentissimo ma dalla sua redazione la situazione
generale non è che sia migliorata, quindi…buona lettura.
Ce li mangeremo vivi.
"Ce li mangeremo
vivi. Venga questa crisi, bussi, le sarà aperto, non
aspettiamo altro. Se necessario butteremo giù il portone. E' già successo nel
'43 e succederà ancora e in meglio. Non abbiamo più nulla da perdere, ma ci
siamo abituati. Noi. Loro con la puzza sotto il naso non sanno cos'è la vera
crisi. Loro devono averne paura. Noi che non abbiamo studiato alla Bocconi, non
siamo entrati nello studio di papà o di mammà,
non abbiamo leccato il culo per fare carriera in un partito o in ufficio
statale. Nessuno ci ha raccomandati e raccomandazioni non ne abbiamo mai
volute. Siamo ancora qui e incazzati il giusto per farvi il culo. Altro che
chiedervi la carità o discutere con quel rottame della Fornero dei diritti dei
lavoratori. Noi ce li mangeremo vivi. Ci scaldavamo con le palle di
carta bagnate, pressate e messe nella stufa. Mangiavamo croste
di formaggio scaldate sul ferro. Non ne ho mai più mangiate di così buone. Il
bagno lo facevamo nella tinozza con l'acqua che veniva scaldata sopra la
cucina economica. Il cinema era sempre in terza visione e solo una volta al
mese. I nostri padri facevano i turni in fabbrica, quando noi
dormivamo, loro lavoravano. Una carezza e un "Fai il bravo con la mamma" era l'unico fugace
contatto al mattino. La domenica andavamo fuori città in bicicletta con qualche
panino, una gazzosa e una bottiglia di vino rosso. D'estate ci scappava anche
un'anguria. Che cazzo ci possono fare questi fighetti vestiti Armani, questi
corrotti dentro, questi deputatini, questi mafiosetti, marci, marci, buoni solo
a parlare, a cianciare, che hanno rovinato il Paese e ora ridono di noi. Noi non
abbiamo nulla da perdere perché
siamo stati abituati a vivere con poco e anche con nulla. Voi perderete tutto
tranne la dignità, quella non l'avete mai avuta. Leggevamo il giornale solo la
domenica quando lo comprava nostro padre. Non poteva permetterselo gli altri
giorni. Era il Corriere della Sera di Pasolini, Montanelli, Buzzati. Uno solo
di loro vale più di tutti i giornalai di adesso. Ci siamo rotti i coglioni e saremo
poco educati con chi ci prende per il culo. Ce li mangeremo
vivi, ben venga la crisi per fare pulizia."
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