Il signor Manley, amministratore delegato di FCA (ex FIAT, quella degli Agnelli) ha scritto una lettera a tutti i dipendenti, compresi gli operai, nella quale chiede che si autoriducano lo stipendio del 20% per curare la salute finanziaria del gruppo. La risposta degli operai è arrivata subito
A. D. Manley,
non ci prenda in giro, non ci chiami colleghi, non siamo colleghi, siamo solo operai che lavorano nelle fabbriche FCA e non vogliamo essere confusi con dirigenti, impiegati e capi.
Forse non sa fare i conti. Il 50% di uno stipendio di milioni sono sempre milioni di euro. Il 20% in meno di un salario di 1200 euro sono 20% in meno di pane, pasta, di bollette, affitto. Non possiamo venire incontro alla sua sfrontata richiesta, chieda pure agli azionisti, ai suoi dirigenti di rinunciare a qualche vizio, non chieda a noi operai di rinunciare a vivere.
Avete dei problemi di salute finanziaria, che è altra cosa della salute pubblica, avete problemi di accesso ai capitali ed allora vi chiediamo: dove sono finiti gli utili che avete realizzato facendoci faticare come schiavi sulle linee? Forse è tempo che mettiate mano ai depositi bancari, alla ricchezza che il gruppo dirigente ha accumulato. Se poi avete intenzione di usare il coronavirus per scaricare i vostri problemi finanziari e di mercato su di noi, come sempre avete fatto, forse questa volta non saremo più disposti ad accettare, stando zitti, licenziamenti e peggioramento delle condizioni di lavoro.
Il coronavirus oltre ad attentare la nostra salute, e non dimenticheremo mai che abbiamo dovuto fare sciopero per poter stare a casa e difenderci dal contagio, aggrava, questa sì, la nostra salute finanziaria. Con la cassa integrazione la paga si riduce ben oltre il 20% per cui siamo noi che chiediamo a Lei e a tutti i suoi collaboratori di integrare il nostro salario al 100%, ci servirà per affrontare la pandemia con maggiore fiducia di farcela. Di sopravvivere.
Questa è la risposta alla sua lettera che forse nessuno le farà mai leggere, a noi serve per dimostrare che ci sono operai che sanno cosa vogliono.
non ci prenda in giro, non ci chiami colleghi, non siamo colleghi, siamo solo operai che lavorano nelle fabbriche FCA e non vogliamo essere confusi con dirigenti, impiegati e capi.
Forse non sa fare i conti. Il 50% di uno stipendio di milioni sono sempre milioni di euro. Il 20% in meno di un salario di 1200 euro sono 20% in meno di pane, pasta, di bollette, affitto. Non possiamo venire incontro alla sua sfrontata richiesta, chieda pure agli azionisti, ai suoi dirigenti di rinunciare a qualche vizio, non chieda a noi operai di rinunciare a vivere.
Avete dei problemi di salute finanziaria, che è altra cosa della salute pubblica, avete problemi di accesso ai capitali ed allora vi chiediamo: dove sono finiti gli utili che avete realizzato facendoci faticare come schiavi sulle linee? Forse è tempo che mettiate mano ai depositi bancari, alla ricchezza che il gruppo dirigente ha accumulato. Se poi avete intenzione di usare il coronavirus per scaricare i vostri problemi finanziari e di mercato su di noi, come sempre avete fatto, forse questa volta non saremo più disposti ad accettare, stando zitti, licenziamenti e peggioramento delle condizioni di lavoro.
Il coronavirus oltre ad attentare la nostra salute, e non dimenticheremo mai che abbiamo dovuto fare sciopero per poter stare a casa e difenderci dal contagio, aggrava, questa sì, la nostra salute finanziaria. Con la cassa integrazione la paga si riduce ben oltre il 20% per cui siamo noi che chiediamo a Lei e a tutti i suoi collaboratori di integrare il nostro salario al 100%, ci servirà per affrontare la pandemia con maggiore fiducia di farcela. Di sopravvivere.
Questa è la risposta alla sua lettera che forse nessuno le farà mai leggere, a noi serve per dimostrare che ci sono operai che sanno cosa vogliono.
Gli operai FCA del Partito Operaio
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