Sangue, qualche spunto per le "anime belle".
Lo dico prima della
trasmissione di stasera, così magari le “anime belle” preposte ad intervenire
potranno avvalersi di uno spunto un po’ più stimolante. L’orrore nel film è
L’Aquila, città squarciata, morta, dove le rovine, i lavori abbandonati e la
schegge di pietra mai mosse dal terremoto del 6 aprile 2009, sembrano
simboleggiare la fine di un paese e della sua insopportabile classe dirigente.
I signorini che stasera si gireranno bellamente sulle poltrone dello studio di
Comano dovrebbero interrogarsi su questo fatto, certamente più stringente delle
rievocazioni di un ex rivoluzionario. Ma non lo faranno perché non si parla
delle malefatte degli amici degli amici, del terrorismo di Stato e
dell’economia finanziaria che colpisce e ammazza tutti i giorni. Senzani ha
ucciso in prima persona un presunto innocente, mister Obama uccide, per
interposta persona, quasi quotidianamente con i suoi droni, donne, vecchi e
bambini presunti innocenti, i Ceo della grande finanza portano al suicidio
molti dei loro ex collaboratori nella più tranquilla normalità. Questo è
l’orrore, non un’opera introspettiva, girata col telefonino e con telecamera
leggerissima da 300 euro.
Carlo Curti
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