martedì 31 marzo 2020

La giornata pandemica del giornalista di regime

Il signor Lorenzo Erroi, dalla spalla destra del quotidiano "La Regione", ci racconta come passa le giornate durante la campagna di primavera 2020 del CV-19.
Lo fa, badate bene, su invito del suo mega direttore, con magari la presunzione che ciò interessi lettori veri o presunti.
Non è infatti così, visto ciò che il Cantone sta passando e paga di tasca propria.
Ovviamente, nella società liquida di questo primo scorcio di secolo, ognuno può sbroccare a suo piacimento, fatti suoi. Se poi il leone da tastiera appartiene alla categoria dei fedeli soldati di regime, l'ovvio è di rigore.
Allora perché queste righe?
Semplice: Per aver occupato spazio altrimenti dedicabile a notizie più utili, nelle edizioni dei prossimi giorni mi aspetto, per educazione e civico rispetto, le scuse del quotidiano verso coloro che rischiano il "pelotto" tutti i giorni al fronte (quello vero!) esercitando la propria attività professionale, verso chi ha avuto contagiati, ricoverati, dimessi, per non dire dei morti.
Perché?
Ancora più semplice: Quando il periodo è serio, le prospettive incerte e/o tendenti al grigio notte, il paese in ginocchio se non fosse per l'operatività di migliaia di operatori sanitari transfrontalieri (a proposito, il numero chiuso nei nostri atenei per l'accesso alle varie facoltà di medicina  è ancora in corso?), certi "sforzi informativi" sarebbero da cestinare, esattamente come di regola si fa quando arrivano in redazione contributi di scarso interesse pubblico,offensivi o inattendibili.
Per quelli non in linea (alternativi, antagonisti) lasciamo perdere, si sa da tempo dove vanno a finire.
Mala tempora currunt, vero, ma anche l'andazzo a cui ci siamo abituati senza batter ciglio ha fatto la sua parte.




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