Torno dall’isola una settimana prima della ricorrenza. Poca
enfasi e nessuna retorica nelle strade, come è giusto che sia per un
personaggio che, più volte, ha dato segni di insofferenza per la liturgia
classica delle “democrazie popolari”. Il Comandante
en Jefe de la Revoluciòn si gode la pensione nella sua Avana, sonnolenta e
affascinante come sempre, e continua a deludere le speranze di chi, a scadenze
regolari, avrebbe voluto vederne i funerali. Funerali che prima o poi verranno
ma non come auspicato dai politicanti della globalizzazione finanziaria.
L’isola è in piedi, conta sulle proprie forze e sugli aiuti non finalizzati al
reddito speculativo, dopo decenni di
ostracismo bigotto e irresponsabile che ha ottenuto il contrario di ciò che si
prefiggeva. Molti “esperti” internazionali la vedono già come isola
post-socialista e terreno di conquista delle multinazionali e dei loro
business plan. I cubani vogliono vivere
meglio, confrontarsi con le abitudini di chi viene a far loro visita, vogliono
sapere e capire, non partire o scappare. Chi l’ha fatto in buona parte è
tornato o, residente all’estero, continua a tornare e a fare paragoni fra cosa
ha lasciato e cosa ha ri-trovato. Raramente il giudizio è quello di aver fatto
la cosa giusta. I pericoli per Cuba non sono questi. Mi preoccupa invece la
perdita di brillantezza del Partito, un certo suo imbolsimento nei ranghi dei
dirigenti intermedi dalla silhouette appesantita nel girovita, mi preoccupa il
loro discorrere prevedibile, senza un’alzata d’ingegno, in alcuni punti simile
ai nostri politicanti progressisti. Insomma credo che il maggior pericolo non sia
tanto il vicino imperialismo yankee ma la “spinta implosiva” delle
socialdemocrazie occidentali.
Per adesso il Comandante, da solo,basta e avanza a rintuzzare
ogni fregola di sinistrata ispirazione; anche da pensionato e in silenzio. Un
domani chissà. Le rivoluzioni vincono sì per la forza delle loro idee, ma anche
quando riescono a confezionare una classe dirigente migliore di quella
precedente.
Ed è qui il problema, con il tempo che passa.
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