lunedì 15 aprile 2019

La politichetta dei socialdemocratici svizzero-italiani

Furbizie social-liberali e divisione dei salariati

Fonte:mps.ti@bluewin.ch

Avevamo scritto, qualche giorno fa, che non saremmo per nulla sorpresi se, con la solita furbizia e ripetendo lo scenario dello scorso 29 aprile sulla votazione per la cosiddetta riforma “fisco-sociale”, il comitato cantonale del PS si esprimesse per un sostegno all’iniziativa sull’Officina: un colpo al cerchio e uno alla botte (se vincerà il SI, avrà vinto il partito; se vincerà il NO avranno vinto Branda, Bertoli, Bang, etc., cioè ancora il partito). Al governo e all’opposizione, ovunque come Dio: in cielo, in terra e in ogni luogo”.
Proprio oggi leggiamo sul Corriere un contributo di un membro del comitato cantonale del PS che invita il partito in questa direzione, ricordando, senza tirarne le conclusioni, che la stessa sera in cui si terrà il Comitato Cantonale, vi sarà uno speciale della trasmissione modem nella quale il capofila del NO all’iniziativa “giù le mani” sarà proprio quel Mario Branda che, da mesi, conduce questa campagna contro l’iniziativa, senza trascurare momenti vicini alla diffamazione nei confronti del comitato Giù le mani, come è stato il caso nella recente assemblea di Bellinzona. Unitamente, come detto qui sopra, ad altri pezzi grossi del partito (facciamo notare che il gruppo parlamentare del PS si è già pronunciato contro l’iniziativa: nel loro ridicolo controprogetto presentato al momento della discussione in Gran Consiglio il dispositivo di voto indicava chiaramente il rifiuto dell’iniziativa).
Siamo alle solite. Mentre gli organismi ufficiali fanno finta di sostenere un’iniziativa (cosa di per sé positiva, anche se arriva alla fine di un processo nel quale si sono sostenute posizioni contrarie), i dirigenti più in vista, quelli “ascoltati” dalla base, quelli che “contano” per orientare il voto della “base”, fanno attivamente (e da tempo) campagna contro quella stessa iniziativa. Con il risultato di spingere la maggioranza del partito ad opporsi all’iniziativa. La “faccia” è salva, in particolare dal punto di vista elettorale.
Il risultato di questo tipo di politica è la divisione del fronte che, quasi naturalmente saremmo portati a dire, si dovrebbe schierare a favore di iniziative favorevoli ai salariati e che vedono il fronte dei partiti borghesi e padronale schierato dall’altra parte. Con questo tipo di politica si salvano certo, come detto, immagine e, forse, posizioni elettorali a breve termine: ma si contribuisce in modo significativo alla sconfitta del fronte dei salariati.
Uno scenario che rischia di ripetersi, lo stesso 19 maggio, anche con la votazione federale sulla RFFA che vede i pezzi grossi del PSS e importanti dirigenti sindacali schierati a favore del progetto. E non saremmo sorpresi, nemmeno in questo caso, se il PS cantonale si inventasse una “libertà di voto” o qualcosa del genere. Non costa nulla e può anche rendere.

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