Furbizie social-liberali e divisione dei salariati
Fonte:mps.ti@bluewin.ch
Avevamo
scritto, qualche giorno fa, che “non saremmo per nulla sorpresi se, con la solita furbizia e
ripetendo lo scenario dello scorso 29 aprile sulla votazione per la cosiddetta
riforma “fisco-sociale”, il comitato cantonale del PS si esprimesse per un
sostegno all’iniziativa sull’Officina: un colpo al cerchio e uno alla botte (se
vincerà il SI, avrà vinto il partito; se vincerà il NO avranno vinto Branda,
Bertoli, Bang, etc., cioè ancora il partito). Al governo e all’opposizione,
ovunque come Dio: in cielo, in terra e in ogni luogo”.
Proprio oggi leggiamo sul Corriere un
contributo di un membro del comitato cantonale del PS che invita il partito in
questa direzione, ricordando, senza tirarne le conclusioni, che la stessa sera
in cui si terrà il Comitato Cantonale, vi sarà uno speciale della trasmissione
modem nella quale il capofila del NO all’iniziativa “giù le mani” sarà proprio
quel Mario Branda che, da mesi, conduce questa campagna contro l’iniziativa,
senza trascurare momenti vicini alla diffamazione nei confronti del comitato
Giù le mani, come è stato il caso nella recente assemblea di Bellinzona.
Unitamente, come detto qui sopra, ad altri pezzi grossi del partito (facciamo
notare che il gruppo parlamentare del PS si è già pronunciato contro
l’iniziativa: nel loro ridicolo controprogetto presentato al momento della
discussione in Gran Consiglio il dispositivo di voto indicava chiaramente il
rifiuto dell’iniziativa).
Siamo alle solite. Mentre gli organismi
ufficiali fanno finta di sostenere un’iniziativa (cosa di per sé positiva,
anche se arriva alla fine di un processo nel quale si sono sostenute posizioni
contrarie), i dirigenti più in vista, quelli “ascoltati” dalla base, quelli che
“contano” per orientare il voto della “base”, fanno attivamente (e da tempo) campagna contro quella stessa iniziativa. Con
il risultato di spingere la maggioranza del partito ad opporsi all’iniziativa.
La “faccia” è salva, in particolare dal punto di vista elettorale.
Il risultato di questo tipo di politica
è la divisione del fronte che, quasi naturalmente saremmo portati a dire, si
dovrebbe schierare a favore di iniziative favorevoli ai salariati e che vedono
il fronte dei partiti borghesi e padronale schierato dall’altra parte. Con
questo tipo di politica si salvano certo, come detto, immagine e, forse,
posizioni elettorali a breve termine: ma si contribuisce in modo significativo
alla sconfitta del fronte dei salariati.
Uno scenario che rischia di
ripetersi, lo stesso 19 maggio, anche con la votazione federale sulla RFFA che
vede i pezzi grossi del PSS e importanti dirigenti sindacali schierati a favore
del progetto. E non saremmo sorpresi, nemmeno in questo caso, se il PS
cantonale si inventasse una “libertà di voto” o qualcosa del genere. Non costa
nulla e può anche rendere.
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