mercoledì 17 ottobre 2018

Autogestione a Lugano (Svizzera felix)

http://www.inventati.org/molino/rivolta/il-molino-non-si-tocca/

Dal comunicato degli occupanti:

...Ma come sempre, dall’alto della loro arroganza, fanno i conti senza l’oste. E l’ipotetico dialogo, come già avvenuto durante gli ultimi disastrosi incontri di 2 anni orsono è unicamente seguire i loro dettami. Quindi ci chiediamo perché, dopo 20 anni di pseudo incontri, siamo ancora a questo punto. E ora con chi ci dovremmo mettere a parlare? Con chi è incapace di un minimo di coerenza e di affidabilità? Con chi ci viene a incontrare con aria amichevole e compagnuccia e poi parla con lingua biforcuta? Con chi fa della sicurezza il suo mantra personale, unico e irrinunciabile? O peggio ancora con chi vomita sterchi da una spazzatura domenicale? E con quale scopo se il progetto è già in corso e condiviso all’unanimità municipale? O forse per mendicare una micro parcella dove fare attività senza disturbare?
No, grazie. La libertà si conquista, non si mendica e ci risulta chiaro che la discussione sarebbe, per l’ennesima volta, monca dall’inizio. Insomma mancano i presupposti, come direbbe qualcuno. E a noi di partecipare a questa farsa proprio non va. Perché, al di là dei proclami, è evidente l’incapacità di riconoscere una realtà che da 20 anni è viva e attiva sul territorio e che rappresenta un luogo politico di socialità, di svago, di cultura, di intrattenimento e di sperimentazione per ormai alcune generazioni di ragazze e ragazzi. Una realtà viva e consolidata che al proprio interno non ha mai creato problemi rilevanti, al di là di un incendio nel ’98 i cui autori rimangono (chissà?) ancora ignoti e altri due dovuti alle cattive modalità di gestione degli spazi in dotazione al comune.
Insomma al di là delle tante parole, qua siamo e qua resteremo.
Quello che possiamo e ci sentiamo di fare e di dire è continuare il nostro cammino, invitando tuttx le/gli interessatx a lottare e a opporsi a questa visione della città dall’alto.
A sostenere le iniziative e a solidarizzarsi con tutti gli spazi in resistenza, autogestiti, autonomi, che promuovono una reale cultura a portata di tuttx (che ancora resistono), locali e in tutto il mondo.


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