APPELLO
Per la difesa della libertà di stampa
Per la difesa dei giornalisti del Caffè sotto accusa
Il procedimento penale contro il settimanale il Caffè
promosso dalla clinica Sant'Anna (appartenente al Gruppo Genolier, uno dei
maggiori privati nel settore sanitario), impone domande e suscita
preoccupazione per l'indispensabile ruolo dell'informazione e, nello specifico,
delle inchieste giornalistiche.
Nei mesi scorsi il
Caffè ha cercato di rispondere ad alcuni interrogativi, tutt'ora irrisolti, di
primario interesse pubblico: salute e sanità, ospedali, sicurezza e qualità
delle cure a fronte di una spesa annua miliardaria in costante crescita.
Al Caffè - accusato di diffamazione e concorrenza sleale -
non viene contestato alcun errore o imprecisione. Semplicemente si rimprovera...
la pubblicazione stessa; cioè di aver condotto un'inchiesta giornalistica
pubblicando, con assiduità, servizi sul tragico errore medico avvenuto nel
2014, ovvero l’asportazione dei seni ad una paziente per uno scambio di identità.
Solo per questo quattro giornalisti del Caffè saranno
processati.
È un fatto unico in Svizzera e probabilmente non è mai
successo nella storia recente dei Paesi democratici d’Europa che il direttore,
il vicedirettore, il caporedattore e una giornalista di una stessa testata
siano messi sotto accusa e processati in relazione ad uno stesso fatto, ad una
stessa inchiesta giornalistica.
Tutto questo è indicativo della pesante minaccia che grava
oggi in Ticino sulla libertà di stampa e sul diritto di cronaca, valori
fondamentali garantiti dalla
Costituzione.
Diritto di pensiero, di parola, di informazione sono la base
della democrazia. Principi che la Corte europea dei diritti dell’uomo difende
anche a tutela del ruolo della stampa, sottolineando il rischio che ogni
sanzione penale ne possa condizionare l’attività.
Cercare di zittire la stampa, di far tacere l'informazione
altro non è che una prova di forza che priva i cittadini del diritto di
chiedere e ottenere risposte alle loro legittime domande.
La difesa della libera informazione è oggi indispensabile in
una realtà dove la pluralità giornalistica si sta drammaticamente impoverendo.
Primi firmatari
Matteo Pronzini, Jacques Ducry, Gianni
Frizzo, Giuseppe Sergi, Gianfranco Domenighetti, Sergio Rossi, Christian
Marazzi, Renato Martinoni, Franco Cavalli.
Le
adesioni sono da indirizzare a: solidarieta@bluewin.ch
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