venerdì 25 luglio 2014

L'attacco "spaccatutto" che il governo di Tel Aviv sta portando in questi giorni contro gli abitanti della striscia di Gaza ha dato una mossa alle coscienze meno intorpidite di questo nostro sonnolento Cantone. La solidarietà per i palestinesi però sembra essere dettata più da slanci pacifisti ed emotivi contro le guerre in generale che da una visione storica precisa, documentata e riportata (per quanto sia possibile) alle nostre latitudini.
Propongo perciò alla conoscenza dei lettori del vostro giornale un articolo pubblicato poco fa dal sito www.baruda.net che cerca di avvicinare la quotidianità dei cittadini di Gaza a quella dei laziali in un'ipotetica analoga situazione dal 1947 ad oggi.
Se qualcuno, alla fine della lettura, si scoprirà involontariamente anti sionista, noi tutti, con il mondo cosiddetto "libero", ne avremo tratto beneficio.
Grazie.


Immaginate di non poter più portare i vostri figli a scuola,
perchè nelle aule ci dormite in centinaia, ammassati l’uno sull’altro.
Immaginate di non riconoscere più il pianto di vostro figlio, perchè nei rifugi (che parola errata!) si è accatastati e il terrore si stratifica e perde i lineamenti dei visi per diventare un unico grande pianto di terrore.
Immaginate di non dormire per giorni, di avere il vostro vicino morto.
Vostra sorella, qualche figlio, un nonno profugo, un altro concime per il giardino a bordo piscina di qualche insediamento.
Immaginate di trovarvi casa occupata da un pezzo di una brigata dell’esercito perchè avete una casa “strategica”.
Immaginate di dover “convivere” con loro in casa, con i loro fucili, con la loro lingua che non è la vostra, con gli insulti,
con i boati, con un cecchino appostato all’ultima finestra in alto, dove magari avevi messo un po’ di basilico.
Immaginate di sapere nome e cognome della testa che salterà, per un proiettile precisissimo partito proprio dalla vostra finestra occupata.
Immaginate il nostro paese, lo stivale:
immaginatelo rosicchiato passo passo. Immaginate di vagare senza salvezza, con i materassi poggiati sulla testa e i piedi stanchi.
Immaginate i chilometri, i villaggi che ti ospitano e che poi dovrai lasciare per nuovi bombardamenti.
Immaginate anche solo un decimo di tutto ciò e sarete a Gaza.
Ma anche in Siria. Sarete palestinesi di Gaza, di Betlemme, di Yarmouk
Se non siete capaci di immaginarlo, se il vostro solo problema son le foto dei bimbi dilaniati che scombussolano la vostra pausa pranzo: state lontani da noi, da chi non dorme la notte per Gaza e per la Gaza che ha in casa.
State lontani, pensate ai vostri sonni tranquilli e lasciateci nella nostra insonnia bombardata

Nessun commento:

Posta un commento